PERCHÈ ALCUNI ATLETI/PODISTI RIESCONO A CORRERE COSÍ FORTE? - EquipeRun
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PERCHÈ ALCUNI ATLETI/PODISTI RIESCONO
A CORRERE COSÍ FORTE?

PERCHÈ ALCUNI ATLETI/PODISTI RIESCONO
A CORRERE COSÍ FORTE?

Perchè alcuni atleti/podisti riescono a correre cosi forte?

Una parte della risposta si ha indagando sull’apparato respiratorio, sulle sue caratteristiche e sui suoi limiti.

La funzione globale del sistema respiratorio è, sostanzialmente, quella di garantire la costanza delle pressioni parziali dei gas respiratori a livello alveolare e quindi nel sangue arterioso a riposo e durante lavoro muscolare.

La necessità di ossigeno da parte dell’organismo, in particole durante il lavoro muscolare (si pensi al consumo medio di ossigeno di un maratoneta di 3-4 L min), è coperta dal comportamento funzionale del sistema respiratorio.

Il sistema respiratorio è costituito dai polmoni e dalle vie respiratorie che permettono l’entrata di ossigeno e l’espulsione dei residui metabolici dall’interno dell’organismo. La funzione principale dei polmoni è quella di ossigenare il sangue, attraverso strutture interne denominate alveoli. Negli alveoli si realizza la funzione di scambio dei gas, in particolare l’ossigeno si diffonde dall’aria alveolare verso il sangue mentre l’anidride carbonica compie la via inversa.

Il meccanismo della ventilazione polmonare consente di rinnovare continuamente l’aria negli alveoli, così da mantenere costanti le pressioni parziali dei gas respiratori nell’aria alveolare. Questo garantisce le condizioni ottimali per la diffusione dei gas stessi.

L’attività fisica induce aumenti del consumo di ossigeno e della produzione di anidride carbonica. Correlata a queste variazioni metaboliche si verifica un aumento della ventilazione polmonare per il mantenimento costante delle pressioni nel compartimento alveolare. L’aumento di ventilazione si realizza principalmente per un aumento del volume corrente mentre la frequenza respiratoria non varia molto.

Il VO2 max indica la captazione di ossigeno a livello dei polmoni, o il consumo di ossigeno, in condizioni di metabolismo aerobico. Dati ricavati dalla letteratura indicano che l’allenamento di resistenza può produrre un aumento del VO2 max di circa il 10% rispetto a soggetti non allenati.

Eppure il VO2 max dei maratoneti è maggiore di circa il 45% di quelli di soggetti non allenati. Questo è in parte sostenuto da fattori genetici, rapporto dimensioni toraciche/taglia corporea maggiore di quella ordinaria e con muscoli respiratori più forti. Ma è anche vero che il lungo allenamento a cui si sottopone il maratoneta produce un aumento del VO2 max a valori considerevolmente più elevati del 10%.

Tra i vari adattamenti indotti dall’allenamento di resistenza, vi è la capacità dell’organismo di mantenere relativamente invariata la condizione fisico chimica dei fluidi organici, di conseguenza si verificano minori modificazioni sia dell’assetto ormonico sia dell’assetto acido-base. Questa maggiore stabilità favorisce la funzione respiratoria (Jhonson,1992).

I dati suggeriscono anche che si ha un miglioramento della capacità dei muscoli inspiratori di generare forza e quindi pressione (Clanton,1987), consentendo ai muscoli respiratori di aumentare la capacità aerobica e quindi di dover ricorrere meno alla via glicolitica lattacida (Martin,1984).

Gli adattamenti morfologici e strutturali del sistema respiratorio in risposta all’allenamento sono molto minori di quelli che si verificano per il sistema cardiovascolare e neuromuscolare.

Importante considerazione è che la capacità respiratoria non risulta limitativa sulla capacità aerobica in un soggetto sano. Ma vari autori (Powers,1989; Rasmussen,1991; Williams,1986) riferiscono che in atleti che eccellono in prove di resistenza, ove esiste un adattamento estremo (maratoneta) del sistema cardiovascolare e muscolare all’allenamento specifico, si può verificare il caso che il sistema respiratorio possa rappresentare un limite alla potenza aerobica.

 

Buon allenamento.

 

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